martedì 1 novembre 2011

varanasi - khajuraho

La mattina ho il check out alle 12.
Mi alzo con calma, doccia e colazione come si deve.
Mi tocca praticamente rifare lo zaino, ma almeno opra le cose entrano meglio.
Alle 12, fresca e pulita, vado a saldare il conto, scoprendo il che check out era alle 10.
Mi carico lo zainone sulle spalle e prendo il primo autorisciò per la stazione.

E' questo il mio primo contatto con le ferrovie indiane. La stazione è in sostanza un grande atrio aperto verso il parcheggio. E' l'una e tantissime persone sono sedute a terra o anche sdraiate. Spesso sono in gruppi. C'è molta confusione e il tabellone delle partenze alterna l'hindi all'inglese.
Fa tanto caldo e un po' spaesata, cerco la sala d'attesa...che non esiste, così al caldo immersa tra la folla, preferisco altro caldo e salita su di un altro autorisciò dico solo una cosa: Ganga!
Mi faccio portare al primo ghat della zona, ma l'amico autista mi fa un bello scherzo e dicendomi di essere arrivati in realtà mi fa scendere distante dal ghat. Se le mie maledizioni hanno sortito effetto, ora avrà la casa piena di farmaci.
Lo zainone è molto pesante così salgo su un risciò e questa volta vengo lasciata a poca distanza dal ghat, giusto qualche metro di bancarelle prima delle scale.
Scendo i gradoni che portano al fiume per poi risalirne altri ombreggiati e cercare un posto per sedermi tra tanti che hanno avuto la mia stessa idea.
Mi ritrovo tra persone che dormono sdraiate su un fazzoletto di stoffa (sporca) e religiosi vestiti in arancione che fumano un chillum dietro l'altro e me ne offrono anche, alla faccia della tirchieria.

Il fiume scorre tranquillo più in basso e c'è anche una lieve arietta. Ho avuto una buona idea ad andarmene dalla stazione. In più trascorrere delle ore così, nella pura osservazione della vita indiana, mi permette di vedere più cose, tipo il pulitore itinerante di orecchie...
Purtroppo però, la scena che ho davanti a me è delle peggiori: c'è un uomo ubriachissimo che malmena la moglie con pargolo in braccio. Lei lo guarda in silenzio con uno sguardo fisso. La vedo anche piangere. Un uomo alle mie spalle gli dice qualcosa che non capisco, e lui ribatte. Da quel momento agisce indisturbato, anche i santoni cannaioli guardano e basta. Forse la moglie ha combinato qualcosa, non so, ma certo non è un bello spettacolo. Poi si avvicina una mucca all'uomo ubriaco. Gli sbava vicino e io spero che lo centri in pieno. L'uomo la nota e comincia ad accarezzarne il collo. In pochi minuti la mucca è acciambellata vicino all'uomo, sdraiata sulla sua stuoia come una gattona. Gli lecca anche la schiena, forse attratta dal sudore salato, e si strofina col muso su di lui.
Scena bizzarra e in qualche modo affettuosa che dei turisti hanno prontamente immortalato.
Che brav'uomo amante degli animali, peccato che poco prima stesse prendendo a schiaffi la moglie!

Vabbè, arriva il momento di tornare alla stazione ma prima meglio pensare alla pancia. Entro in un locale e dopo pochi passi me ne pento. Probabilmente uno dei locali più sporchi di varanasi!
Però mangio lo stesso e sono ancora viva.

Finalmente in stazione, vado a far confermare il mio posto sul treno in un apposito ufficio, con divanetti e aria condizionata. I turisti hanno una via preferenziale. Anche nel grande atrio mi è permesso sedermi vicino ai dipendenti della ferrovia - anche se a terra - insieme ad altri turisti, mentre ai locali viene chiesto di allontanarsi.
Anche sul treno mi ritrovo vicina di posto con altri turisti che poi scopro essere due italiani e un'americana che conosce l'italiano perchè ha studiato a Padova. Meno male, posso scambiare due chiacchiere!
Il vagone sleepers è a cuccette ma senza scompartimenti chiusi. Si dorme tutti insieme come in una grande cametata. E' uno dei biglietti più economici e l'igiene...
Però anche certi regionali foggia-termoli erano quasi a questo livello, quindi non posso dire nulla.
Qualche piccolo scarafaggio mi passa vicino, poi solo zanzare e null'altro.
Per dormire apro il saccoletto, ma il sonno è spesso interrotto dall'arrivo di nuovi passeggeri, sempre rumorosi per la loro prima mezz'ora. Quando anche loro si addormentano, ne arrivano altri.
Anche il treno ci si mette a tenermi sveglia: così come per strada è tutto un martellare di clacson, anche dal treno partono lunghi e ripetuti fischi.

Ma la mattina arriva e per magia eccoci a Kajuraho!

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