Dall'ultimo post sono trascorsi credo due giorni. Ho spremuto la santa chiavetta per la connessione fino all'ultimo bite e ora sono a terra, quindi fino a rinnovo carica potrò usare solo connessioni free, tipo questa del ristorante/bar.
L'ultima giornata intera passata a Pushkar si può riassumere in questa foto:
In questo s/pacco tutti i vari pensierini e oggettini da spedire a casa. Incrociamo le dita.
Ora che questi oggetti sono fuori dalla mia portata, mi accorgo della loro fondamentale inutilità. Tutte cose che sicuramente mi farà piacere poter donare (specie ad alcune persone, in altri casi si trata di una sorta di dazio sociale) ma che con questo viaggio hanno poco a che fare. Potessi, donerei un po' dello sporco che mi circonda o il sapore annacquato di questo cappuccino. Oppure, dopo una notte afosa, il sollievo di questa brezza mattutina.
In ogni caso, nove chili in meno sulle mie spalle.
Non che ora viaggi leggera, ma sono tornata al peso originario. Purtroppo non posso fare a meno di nessuna delle cose che porto nello zaino.
Spedito il tutto, quindi, ho sentito che il mio tempo a Pushkar era finito. A spingermi ancora più velocemente verso la partenza è stato il modificarsi della città giorno per giorno. Con l'avvicinarsi del Kartik purima (giorno di luna piena e conclusione del Diwali) Pushkar si è riempita all'inverosimile. L'altra sera volevo fare due passi per cercare un negozio vodafone e delle turiste che procedevano in senso contrario al mio mi hanno sconsigliato vivamente di inoltrarmi. Dicevano che era impossibile camminare.
Tutto il ritmo quotidiano che avevo imparato a riconoscere attraverso le preghiere e i canti era stato sovvertito. Sempre sempre musica festaiola. Avrei pagato a sentire ancora i mugugni dell'anziano celebrante!
Per strada ormai ogni angolo era occupato dalla vendita di oggetti o cibi. Ogni baracchina aveva musica ad alto volume, incurante del fatto di essere a pochi metri da un altro amplificatore.
Il cortile del tempio che potevo sbirciare dalla finestra del mio bagno, era ormai un ristorante a cielo aperto. C'era sempre qualcuno da sfamare.
Insomma, non ho impiegato molto per convincermi che quello che stava accadendo a pushkar non mi interessava più. Meglio perdere i soldi dell'ultima notte pagata in albergo e ritagliarmi un giorno in più per visitare Jodhpur, la città da cui domani partirò in aereo per andare a goa.
E pensare che ho costruito il mio viaggio intorno all'evento del kartik purima a pushkar!
Invece ho trascorso la giornata di ieri in compagnia di un simpatico ragazzo spagnolo con cui bene o male riuscivo a comunicare (e da cui ho imparato che la cucaracha è lo scarafaggio) e ho visto salire la luna piena dallo sportellone aperto del mio treno.
Verso l'ora di cena sono arrivata a Jodhpur, tentado la sorte alla ricerca di una stanza con bagno e acqua calda. Mi è andata bene, al primo tentativo seguendo i consigli della guida ho trovato posto e ora eccomi qui.
Cappuccino e pancake alla marmellata, ora sono pronta per Jodhpur.
L'ultima giornata intera passata a Pushkar si può riassumere in questa foto:
Ora che questi oggetti sono fuori dalla mia portata, mi accorgo della loro fondamentale inutilità. Tutte cose che sicuramente mi farà piacere poter donare (specie ad alcune persone, in altri casi si trata di una sorta di dazio sociale) ma che con questo viaggio hanno poco a che fare. Potessi, donerei un po' dello sporco che mi circonda o il sapore annacquato di questo cappuccino. Oppure, dopo una notte afosa, il sollievo di questa brezza mattutina.
In ogni caso, nove chili in meno sulle mie spalle.
Non che ora viaggi leggera, ma sono tornata al peso originario. Purtroppo non posso fare a meno di nessuna delle cose che porto nello zaino.
Spedito il tutto, quindi, ho sentito che il mio tempo a Pushkar era finito. A spingermi ancora più velocemente verso la partenza è stato il modificarsi della città giorno per giorno. Con l'avvicinarsi del Kartik purima (giorno di luna piena e conclusione del Diwali) Pushkar si è riempita all'inverosimile. L'altra sera volevo fare due passi per cercare un negozio vodafone e delle turiste che procedevano in senso contrario al mio mi hanno sconsigliato vivamente di inoltrarmi. Dicevano che era impossibile camminare.
Tutto il ritmo quotidiano che avevo imparato a riconoscere attraverso le preghiere e i canti era stato sovvertito. Sempre sempre musica festaiola. Avrei pagato a sentire ancora i mugugni dell'anziano celebrante!
Per strada ormai ogni angolo era occupato dalla vendita di oggetti o cibi. Ogni baracchina aveva musica ad alto volume, incurante del fatto di essere a pochi metri da un altro amplificatore.
Il cortile del tempio che potevo sbirciare dalla finestra del mio bagno, era ormai un ristorante a cielo aperto. C'era sempre qualcuno da sfamare.
Insomma, non ho impiegato molto per convincermi che quello che stava accadendo a pushkar non mi interessava più. Meglio perdere i soldi dell'ultima notte pagata in albergo e ritagliarmi un giorno in più per visitare Jodhpur, la città da cui domani partirò in aereo per andare a goa.
E pensare che ho costruito il mio viaggio intorno all'evento del kartik purima a pushkar!
Invece ho trascorso la giornata di ieri in compagnia di un simpatico ragazzo spagnolo con cui bene o male riuscivo a comunicare (e da cui ho imparato che la cucaracha è lo scarafaggio) e ho visto salire la luna piena dallo sportellone aperto del mio treno.
se non si fosse capito, l'interno di un treno indiano - sleeper class - è così:
Verso l'ora di cena sono arrivata a Jodhpur, tentado la sorte alla ricerca di una stanza con bagno e acqua calda. Mi è andata bene, al primo tentativo seguendo i consigli della guida ho trovato posto e ora eccomi qui.
Cappuccino e pancake alla marmellata, ora sono pronta per Jodhpur.
Nessun commento:
Posta un commento