venerdì 4 novembre 2011

aggiornamento da jaipur.

Alla fine ce l'ho fatta e sono uscita dalla mia tana/stanza e sono tornata in india. Smog, traffico, sporco.
Pochi passi e ho capito il perchè della confusione che si sentiva dalla mia stanza: sono nel bel mezzo di una zona ipertrafficata, con un ricco bazar e tantissimi negozietti. Ma anche prima c'è una lunga strada di negozi firmati, molto poco popolari e anche abbastanza desolati.
Ho ricaricato il cellulare con una rapidità impressionante, se penso alla mezz'ora persa a khajuraho.
Sono anche andata in farmacia a comprare un gastroprotettore, anche se il mio stomaco sta molto meglio.
Ogni tanto ripenso alle impressioni degli ultimi giorni (quelli da sana) ma stasera, guardando i negozietti e la merce esposta, così diversa, ho avuto un'illuminazione che più che altro mi ha fatto capire la mia cecità.
Ecco perchè non mi ritrovavo con gli stili, con le architetture: esistono tante indie!

Lo so, è un'osservazione stupida, ma stasera l'ho toccata con mano.
Mi ci vuole un po' di tempo ma poi ci arrivo.

Qualcosa mi era già balenato quando ad agra mi sono accorta di un cenno con la testa che non avevo ancora visto: un movimento che vuol dire "si", ma che all'europea sembra un " si può fare, forse". Anche un po' irritante, se te lo fa un cameriere.
Vabbè, ora che ho raggiunto questa Verità, e che riesco ad incastrare l'islam nel'india, posso andare a dormire. Domani pushkar!

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