Vado a dormire senza pensieri ma la mattina dopo mi sveglio con già un carico di cose da fare in testa.
Valigia, check in, acquisti, colazione, mare, sole, saluti e baci all'india.
Ovviamente si comincia con la colazione, poi pian piano riesco a sistemare le cose più urgenti. Non so perchè, ma non è possibile fare il check in on line di nessun biglietto, tranne quello roma-bari.
Il vicino di casa israeliano, quello della preghiera della mattina, mi propone di andare in taxi con loro all'areoporto di Goa, risparmiando così due terzi del costo. Il conto me lo fa proprio lui, come se non ci riuscissi da sola. No, i miei vicini sono belli ma poco simpatici.
Comunque pecunia non olet e accetto.
Mi resta un po' di tempo per il mare, considerando che posso pranzare dal lettino vista oceano.
Dopo una mezz'ora di sdraiamento, vedo passare -non ci posso credere- la coppia perfetta italiana.
Anche loro sono sorpresi e ci facciamo un po' le feste per la strana coincidenza.
Si sistemano in un letino vicino al mio e facciamo le solite chiacchiere.
Solo che stavolta capisco un po' meglio la loro situazione e mi sembrano meno perfetti.
Anche lei ha problemi di lavoro, sa cosa vuole fare ma non sa come farlo e i soldi per seguire il ragazzo non sempre li ha.
Poi mi dicono di dormire a goa città, dove la spiaggia è sporchissima, tanto da far passare la voglia di fare il bagno. "Te l'avevo detto di venire ad arambol!" faccio io con aria da cassandra.
Laura - Perfettini: 1 a 1, palla al centro.
Riequilibrata la cosa, li vedo più normali e quindi più simpatici.
Dopo pranzo e qualche bagno, mi tocca tornare in stanza a finire di prepararmi.
Per strada mi fermo nel negozio che avevo già puntato e faccio un po' di acquisti, tra cui un maglione nepalese che - alleluja - mi costa un po' di più che in nepal, ma sempre meno che in italia. E che mi dovrà salvare dal freddo di roma e bari.
Compro anche un po' di altre cosette, voglio spendere le ultime rupie sapendo che sono gli ultimi momenti in cui assaporerò la sensazione di avere un decente potere di acquisto.
Poi casa, doccia, zaini. Riesco anche a rompere uno specchio, ma mi vergogno di dirlo al proprietario che già mi avrà maledetta per la sudata di lima del giorno prima, e lascio cento rupie accanto ad un bigliettino di scuse.
Alle quattro e trenta, puntualissima, sono sul terrazzino che condivido con i bei ragazzoni dal cuore freddo, ma uno di loro è in ritardo. E poi dicono gli italiani...
Alle cinque meno qualcosa si parte. Arriverò nella mia stanza di bari alle undici e passa di sera del giorno dopo.
Valigia, check in, acquisti, colazione, mare, sole, saluti e baci all'india.
Ovviamente si comincia con la colazione, poi pian piano riesco a sistemare le cose più urgenti. Non so perchè, ma non è possibile fare il check in on line di nessun biglietto, tranne quello roma-bari.
Il vicino di casa israeliano, quello della preghiera della mattina, mi propone di andare in taxi con loro all'areoporto di Goa, risparmiando così due terzi del costo. Il conto me lo fa proprio lui, come se non ci riuscissi da sola. No, i miei vicini sono belli ma poco simpatici.
Comunque pecunia non olet e accetto.
Mi resta un po' di tempo per il mare, considerando che posso pranzare dal lettino vista oceano.
Dopo una mezz'ora di sdraiamento, vedo passare -non ci posso credere- la coppia perfetta italiana.
Anche loro sono sorpresi e ci facciamo un po' le feste per la strana coincidenza.
Si sistemano in un letino vicino al mio e facciamo le solite chiacchiere.
Solo che stavolta capisco un po' meglio la loro situazione e mi sembrano meno perfetti.
Anche lei ha problemi di lavoro, sa cosa vuole fare ma non sa come farlo e i soldi per seguire il ragazzo non sempre li ha.
Poi mi dicono di dormire a goa città, dove la spiaggia è sporchissima, tanto da far passare la voglia di fare il bagno. "Te l'avevo detto di venire ad arambol!" faccio io con aria da cassandra.
Laura - Perfettini: 1 a 1, palla al centro.
Riequilibrata la cosa, li vedo più normali e quindi più simpatici.
Dopo pranzo e qualche bagno, mi tocca tornare in stanza a finire di prepararmi.
Per strada mi fermo nel negozio che avevo già puntato e faccio un po' di acquisti, tra cui un maglione nepalese che - alleluja - mi costa un po' di più che in nepal, ma sempre meno che in italia. E che mi dovrà salvare dal freddo di roma e bari.
Compro anche un po' di altre cosette, voglio spendere le ultime rupie sapendo che sono gli ultimi momenti in cui assaporerò la sensazione di avere un decente potere di acquisto.
Poi casa, doccia, zaini. Riesco anche a rompere uno specchio, ma mi vergogno di dirlo al proprietario che già mi avrà maledetta per la sudata di lima del giorno prima, e lascio cento rupie accanto ad un bigliettino di scuse.
Alle quattro e trenta, puntualissima, sono sul terrazzino che condivido con i bei ragazzoni dal cuore freddo, ma uno di loro è in ritardo. E poi dicono gli italiani...
Alle cinque meno qualcosa si parte. Arriverò nella mia stanza di bari alle undici e passa di sera del giorno dopo.
Nessun commento:
Posta un commento