Pushkar nei dì di festa è piena di suoni.
Tutta notte questo:
(per sentire bisogna alzare il volume, ma nella mia stanza si sente chiaramente tutto il tempo)
finchè partono i cori veri e proprio.
Quando si avvicina il calare del sole, per riposare le ugole, dagli altoparlanti esce questo.
Poi arriva la notte e si ricomincia daccapo.
E' un po' snervante.
L'altro giorno la coppia italiana mi aveva fatto andare un po' in crisi.
Mi avevano detto, sbalorditi: ma come, tutti questi giorni a Pushkar? Ma non ti rompi? E cosa fai?
Già, cosa faccio ancora a Pushkar? Ormai ho girato tutto il circondario e visto che non credo che farò la passeggiata sul cammello, cos'altro fare? Posso pur sempre lasciare la stanza e...
...e invece stamattina riesco a dormire fino a tardi, nonostante i cori.Vado a fare una bella colazione e poi mi impegno a fare acquisti, ragionando in euro e non in rupie, tanto voglio fare un pacco da spedire a casa.
Tornata in albergo, vengo placcata dal proprietario che vuole a tutti i costi offrirmi un thè e poi farmi vedere una palazzina piena di appartamenti che vuole affittare in futuro ai turisti.
Mentre lasciamo la casa comincia a farmi un discorso strano e, come se stesse parlando di affari, mi propone di fare insieme sei mesi all'anno in india e sei mesi in italia. Poi saltano fuori anche due bambini.
-Come due bambini? Allora mi sposi?
-Si, si, ti sposo! Facciamo due bambini.
-E come li chiamiamo?
-Uno con nome italiano e l'altro indiano.
-Ok, allora uno Mario. E l'altro?
-Vishnu, il più potente degli dei!
Io rido, ma lui parla seriamente...
Quando delicantamente gli faccio notare che ha dieci anni più di me, lui sottolinea che sono anni "d'esperienza", che in ogni caso è ancora un uomo pieno di vigore e che quando piace una persona l'età non conta.
Insomma, da buon commerciante le prova tutte, anche a dirmi che è pieno di soldi.
Suppongo che faccia questo tentativo con parecchie delle sue clienti...e visto che è ancora là a ripetersi è immaginabile quale bel bocconcino sia.
Vabbè, finalmente libera di salire nella mia stanza, decido di collaudare questa famosa piscina.
Costume, asciugamano e giù di nuovo.
L'acqua è freddissima, non mi pare vero di stare a contatto con questa grande massa d'acqua.
Faccio il morto e penso a dove sono, a quanto sono lontana dal posto dove l'ultima volta mi sono messa a galleggiare così. Luoghi così lontani eppure se chiudo gli occhi si possono quasi toccare, come se io fossi la strettoia di un'enorme clessidra.
Ma l'acqua è fredda e torno nella mia stanza. E' quasi il tramonto e la luce gialla entra dalla finestra. Fuori i soliti cori, le solite fastidiose nenie.
Ad un tratto smetto di oppormici, di volerle cambiare.
Mi accorgo che mi piacciono.
Mi piace essere qui in questo momento, in questo bagno spartano, con la finestra tappata col cartone.
Mi piace tutto questo caldo e la doccia con fuori la guglia del tempio.
Ecco perchè non avere l'ansia di andare via appena si è visto tutto di un luogo, perchè scappare da un posto all'altro è da collezionisti.
Ripetere la stessa strada più volte e sentirmi dire all'improvviso "ciao laura" dal ragazzo con cui ho scambiato quattro chiacchiere, oppure essere invitata per un thè - al di là degli acquisti - dal venditore di pashimine che vuole sapere che ci faccio in india.
Voglio sfruttare al meglio il poco tempo che ho a disposizione e meglio per me vuol dire anche questo.
Lasciare un posto sentendolo un po' familiare. Poter dare un colore e un odore ad una particolare realtà, fosse anche nelle sue eccezioni negative. Non posso lamentarmi di essere trattata da turista se poi sono io la prima a mordere e scappare.
E poi stasera i cori sono diversi. Sono davvero belli.
Tutta notte questo:
(per sentire bisogna alzare il volume, ma nella mia stanza si sente chiaramente tutto il tempo)
finchè partono i cori veri e proprio.
Quando si avvicina il calare del sole, per riposare le ugole, dagli altoparlanti esce questo.
Poi arriva la notte e si ricomincia daccapo.
E' un po' snervante.
L'altro giorno la coppia italiana mi aveva fatto andare un po' in crisi.
Mi avevano detto, sbalorditi: ma come, tutti questi giorni a Pushkar? Ma non ti rompi? E cosa fai?
Già, cosa faccio ancora a Pushkar? Ormai ho girato tutto il circondario e visto che non credo che farò la passeggiata sul cammello, cos'altro fare? Posso pur sempre lasciare la stanza e...
...e invece stamattina riesco a dormire fino a tardi, nonostante i cori.Vado a fare una bella colazione e poi mi impegno a fare acquisti, ragionando in euro e non in rupie, tanto voglio fare un pacco da spedire a casa.
Tornata in albergo, vengo placcata dal proprietario che vuole a tutti i costi offrirmi un thè e poi farmi vedere una palazzina piena di appartamenti che vuole affittare in futuro ai turisti.
Mentre lasciamo la casa comincia a farmi un discorso strano e, come se stesse parlando di affari, mi propone di fare insieme sei mesi all'anno in india e sei mesi in italia. Poi saltano fuori anche due bambini.
-Come due bambini? Allora mi sposi?
-Si, si, ti sposo! Facciamo due bambini.
-E come li chiamiamo?
-Uno con nome italiano e l'altro indiano.
-Ok, allora uno Mario. E l'altro?
-Vishnu, il più potente degli dei!
Io rido, ma lui parla seriamente...
Quando delicantamente gli faccio notare che ha dieci anni più di me, lui sottolinea che sono anni "d'esperienza", che in ogni caso è ancora un uomo pieno di vigore e che quando piace una persona l'età non conta.
Insomma, da buon commerciante le prova tutte, anche a dirmi che è pieno di soldi.
Suppongo che faccia questo tentativo con parecchie delle sue clienti...e visto che è ancora là a ripetersi è immaginabile quale bel bocconcino sia.
Vabbè, finalmente libera di salire nella mia stanza, decido di collaudare questa famosa piscina.
Costume, asciugamano e giù di nuovo.
L'acqua è freddissima, non mi pare vero di stare a contatto con questa grande massa d'acqua.
Faccio il morto e penso a dove sono, a quanto sono lontana dal posto dove l'ultima volta mi sono messa a galleggiare così. Luoghi così lontani eppure se chiudo gli occhi si possono quasi toccare, come se io fossi la strettoia di un'enorme clessidra.
Ma l'acqua è fredda e torno nella mia stanza. E' quasi il tramonto e la luce gialla entra dalla finestra. Fuori i soliti cori, le solite fastidiose nenie.
Ad un tratto smetto di oppormici, di volerle cambiare.
Mi accorgo che mi piacciono.
Mi piace essere qui in questo momento, in questo bagno spartano, con la finestra tappata col cartone.
Mi piace tutto questo caldo e la doccia con fuori la guglia del tempio.
Ecco perchè non avere l'ansia di andare via appena si è visto tutto di un luogo, perchè scappare da un posto all'altro è da collezionisti.
Ripetere la stessa strada più volte e sentirmi dire all'improvviso "ciao laura" dal ragazzo con cui ho scambiato quattro chiacchiere, oppure essere invitata per un thè - al di là degli acquisti - dal venditore di pashimine che vuole sapere che ci faccio in india.
Voglio sfruttare al meglio il poco tempo che ho a disposizione e meglio per me vuol dire anche questo.
Lasciare un posto sentendolo un po' familiare. Poter dare un colore e un odore ad una particolare realtà, fosse anche nelle sue eccezioni negative. Non posso lamentarmi di essere trattata da turista se poi sono io la prima a mordere e scappare.
E poi stasera i cori sono diversi. Sono davvero belli.
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