Il giorno del giro in barca sul gange mi vedeva poi "impegnata" con un appuntamento, un pranzo con le stidentesse italiane e i loro amici. Il ristorante era proprio difronte al mio hotel, quindi ho potuto riposare tranquillamente e riprendermi dalla levataccia.
Eravamo una dozzina di italiani tra cui un paio di ragazzi ormai fissi in pianta stabile a varanasi per studiare uno strumento. Uno di loro due in italia faceva l'educatore, ma ha lasciato tutto per seguire la sua passione.
Altri invece erano dipassaggio, nel mezzo di un viaggio veramente lungo, qualcosa come tre mesi tra india e thailandia. Insomma.
L'atmosfera era molto rilassata, seduti a terra sui grossi cuscini abbiamo fatto un po' di chiacchiere finchè la luce è diventata dorata facendo capire che era il momento di iniziare la seconda parte della giornata.
Salutati tutti, ho preso un risciò e mi sono fatta accompagnare nella parte vecchia della città. Sono scesa all'altezza di un incrocio davvero caotico e polveroso dove si faceva fatica anche ad attraversare la strada.
Mi è subito passata la voglia di gironzolare in quella zona così mi sono diretta al ghat. La strada per raggiungerlo era a misura di turista e pellegrino, nel senso che era zeppa di negozietti e bancarelle. Ho comprato tre braccialetti super economici di solo metallo e da allora mi tintinnano al polso.
Il ghat come era pieno di vita ma la vista del fiume rendeva anche possibile crearsi un po' di tranquillità, per lo meno mentale. Dopo aver posato per non so quante foto con famiglie e ragazzini indiani, aver schivato un santone e essermi fatta fregare da una donnina che vendeva candeline, mi sono fermata vicino ad una piattaforma di legno sulla quale un ragazzo vendeva altre candeline galleggianti.
Ancora inviti da declinare - giro in barca, cartoline, polverine, tè ecc...- ho fatto amicizia col ragazzo delle candele e l'ho anche aiutato ad assembarle per la vendita.
Sciolto il ghiaccio siamo stati parecchio a chiacchierare, nonostante il mio inglese lui è stato molto paziente e davvero mi sembrava di riuscire a comunicare.
Ad un certo punti gli ho detto: bello il gange, ma è un po' sporchino!
e lui: non è sporco, è sacro!
Il ghat si è riempito sempre più e tante persone sono salite sulle barche ancorate poco distante perchè da lì a poco sarebbe iniziato uno spettacolare rito, una preghiera del tramonto molto coreografica.
Sette officianti allineati di fronte alla riva, con una preghiera cantata in sottofondo, hanno fatto fumigazioni di incenso e manovre varie con diversi oggetti verso le quattro direzioni. Il tutto sarà durato un'oretta.
Bello.
Infine risciò fino a casa.
Eravamo una dozzina di italiani tra cui un paio di ragazzi ormai fissi in pianta stabile a varanasi per studiare uno strumento. Uno di loro due in italia faceva l'educatore, ma ha lasciato tutto per seguire la sua passione.
Altri invece erano dipassaggio, nel mezzo di un viaggio veramente lungo, qualcosa come tre mesi tra india e thailandia. Insomma.
L'atmosfera era molto rilassata, seduti a terra sui grossi cuscini abbiamo fatto un po' di chiacchiere finchè la luce è diventata dorata facendo capire che era il momento di iniziare la seconda parte della giornata.
Salutati tutti, ho preso un risciò e mi sono fatta accompagnare nella parte vecchia della città. Sono scesa all'altezza di un incrocio davvero caotico e polveroso dove si faceva fatica anche ad attraversare la strada.
Mi è subito passata la voglia di gironzolare in quella zona così mi sono diretta al ghat. La strada per raggiungerlo era a misura di turista e pellegrino, nel senso che era zeppa di negozietti e bancarelle. Ho comprato tre braccialetti super economici di solo metallo e da allora mi tintinnano al polso.
Il ghat come era pieno di vita ma la vista del fiume rendeva anche possibile crearsi un po' di tranquillità, per lo meno mentale. Dopo aver posato per non so quante foto con famiglie e ragazzini indiani, aver schivato un santone e essermi fatta fregare da una donnina che vendeva candeline, mi sono fermata vicino ad una piattaforma di legno sulla quale un ragazzo vendeva altre candeline galleggianti.
Ancora inviti da declinare - giro in barca, cartoline, polverine, tè ecc...- ho fatto amicizia col ragazzo delle candele e l'ho anche aiutato ad assembarle per la vendita.
Sciolto il ghiaccio siamo stati parecchio a chiacchierare, nonostante il mio inglese lui è stato molto paziente e davvero mi sembrava di riuscire a comunicare.
Ad un certo punti gli ho detto: bello il gange, ma è un po' sporchino!
e lui: non è sporco, è sacro!
Il ghat si è riempito sempre più e tante persone sono salite sulle barche ancorate poco distante perchè da lì a poco sarebbe iniziato uno spettacolare rito, una preghiera del tramonto molto coreografica.
Sette officianti allineati di fronte alla riva, con una preghiera cantata in sottofondo, hanno fatto fumigazioni di incenso e manovre varie con diversi oggetti verso le quattro direzioni. Il tutto sarà durato un'oretta.
Bello.
Infine risciò fino a casa.
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