Sto vedendo così tante cose nuove che tante volte mi chiedo se la mia testa ce la farà a contenerle tutte, ma daltronde è proprio questo che volevo, allontanarmi dalla routine, dalla consuetudine che porta a non vedere più quello che si ha intorno.
Che poi, in realtà, anche qui dopo un po' mi sono abituata ad alcune cose, tipo gli scracchi della gente (però sto sempre molto attenta a dove sono diretti) e alla fisionomia locale. Mi guardo poco allo specchio, in fonso potrei pensare di essere anche io una di loro. Chissà che effetto faccio ai loro occhi, così sbiavida come sono.
Oggi mi sono vista in una foto e mi sono detta che per forza, con quella faccia lì, cercano tutti di fregarmi.
In ogni caso, adesso vi dico cosa ho visto ieri e cercherò di essere breve.
Ieri col mio autista p-e-r-s-o-n-a-l-e sono andata a visitare quattro posti:
Boudanath
E' stato il primo. Scesa dal taxi ho varcato l'arco che delimita l'area sacra dalla città. Pagato il biglietto, mostrato al controllore, messo tutto a posto, ho finalmente alzato gli occhi e ho visto due occhi più grandi dei miei che mi fissavano.
Eh si, la mia reazione alla prima "stupa" è stata molto forte.Non so perchè, ma mi ha preso una grande emozione. Non credo in motivi religiosi o spirituali, probabilmente è merito dell'immediatezza del linguaggio artistico. La stupa è un insieme di simboli, ma è anche arte.
Comunque ho fatto fatica a soffocare l'emozione che più volte si è ripresentata.
La stupa, non lo sapevo, dentro non è visitabile. In questo caso si può solo salire su un piano intermedio oppure aggirarsi nel cortiletto interno, dove i fedeli possono far girare i cilindri con impressi i mantra, lasciare fiori e pregare.
Sul terrazzone mi ha avvicinata una monaca e abbiamo scambiato due chiacchiere, ma il suo inglese era forse peggiore del mio. In ogni caso, molto sorridente e disponibile, ha anche accettato di fare una foto con la spilla dell'associazione di volontariato di Bari e in cambio del mio dono (ma non era un dono! volevo solo farle la foto!!) mi ha regalato una collanina con non so quale santo buddista.
Intorno alla stupa le solite bancarelle a cui resto attaccata come gli insetti alla carta moschicida e diversi luoghi di culto sempre buddisti. In uno sono entrata seguendo gli altri turisti. Ero un po' imbarazzata perchè i monaci stavano mangiando, non mi sembrava gentile disturbarli, ma loro non sembravano infastiditi. Dietro di loro un paio di "visi pallidi" meditava. Ho fatto le solite foto e sono tornata alla macchina.
Pashupatinath
Più che un tempio, una vera e propria cittadella induista sorta sulle sponde di un fiume sacro.
Si vede che nella prima sosta mi ero soffermata un po' troppo perchè l'autista ha provato ad impormi un limite di tempo di mezz'ora. Seh, a parte che gli ho ricordato i patti con il suo boss, poi il sito era davvero grande, in mezz'ora non avrei visto nulla.
Molto bello questo posto, anche se dopo l'emozione di Boudanath non mi aspettavo più nulla dalla giornata.
Essendo induista, anche qui il tempio vero e proprio non è visitabile dagli stranieri. Ho chiesto alla mia guida come fanno a sapere che non sia induista e lui mi ha risposto che ho colpa della mia pelle.
- e se andasse un italiano con i capelli e la pelle scura?
- sentirebbero che non sa la nostra lingua
Insomma questi induisti sono un bel po' esclusivi. Altro che proselitismo.
Eppure, in cambio di soldi c'era il bramino (?) che poteva mettermi il puntino di colore sula fronte o leggermi la mano. E un paio di bramini (?) seduti su un gradone addirittura mi hanno chiamata per farmi una foto con loro. Gratis? Non credo proprio.
Insomma, un po' il fastidio che ho provato al tempio della dea Kali.
Però non era tutto lì. C'erano i fuochi per le offerte di incenso e le preghiere, c'erano i funerali sulla sponda del fiume e c'erano lingam e yoni ovunque. Fertilità, mi ha detto la guida. E anche le scene erotiche sui supporti in legno di un tempietto rientravano smepre nello stesso quadro. Dietro, sul muro, scheletri danzanti e mostri vari.
Attraversando il ponte che unisce le due parti della cittadella si aveva un'idea maggiore della magia di quel posto. Il fiume che arriva dalla foresta lasciandosi alle spalle il suono dei suoi abitanti è davvero suggestivo, come sempre per capire meglio un posto storico bisogna sforzarsi ad immaginarlo secoli fa e così, in effetti, la sua sacralità di Pashupatinath appare evidente.
Bakthapur
Bakthapur è patrimonio Unesco e in effetti è un bellissimo centro medievale, piccoletto ma ben conservato. E poi, alleluia, è un'isola pedonale quindi si può visitare con calma e senza dover lottare con le macchine.
Zeppa di templi e tempietti induisti, sono riuscita ad entrare in uno, non so come mai, forse mi sono dimenticata di non essere induista o forse era "sconsacrato" perchè c'erano dei lavori in corso. In effetti il volto della divinità era coperto.
Anche qui ho preso una guida visto che con la precedente mi ero trovata molto bene. Questa invece non sapeva per niente l'italiano e sputacchiava quando parlava, quindi alla fine gli chiedevo il meno possibile.
A Bakthapur c'è una porta dorata dalla quale si accede ad un'area sacra percorribile da noi biancastri solo per un pezzo. Poi inizia il tempio vero e proprio e ovviamente non si può entrare, ma neanche fare foto alle decorazioni esterne. Là dentro, una volta, viveva una delle tre Kumari. La Kumari è una reincarnazione della dea Kali e viene individuata in una bambina piccolissima. Quando la Kumari ha una perdita di sangue, che sia mestruale o per una ferita, cessa il suo essere divino e viene cercata un'altra. Ora c'è solo una Kumari ed è a Kathmandu.
Tra i palazzi di Bakthapur c'è anche una famosa scuola di pittura tanka e ovviamente ho comprato qualcosa con il mio abozzo di contrattazione.
Per finire, ho fatto una foto ad una vecchina e lei dopo mi ha chiesto dei soldi. Questa cosa mi ha davvero disgustato, mi è sembrato esagerato. Poi mi dico che questa gente davvero vive nella miseria e io neanche so cosa vuole dire.
Patan
Patan è simile a Bakthapur, però si trova nel mezzo della città, in una zona trafficatissima. Anche se è isola pedonale, resta la sesazione della confusione. Ero molto stanca, quindi forse l'ho visitata con un po' di superficialità. Però mi ha sorpreso l'iniziativa comunale di mettere dei vasi di fiori vicino alle fontane chiedendo ai passanti di averne cura.
Che poi, in realtà, anche qui dopo un po' mi sono abituata ad alcune cose, tipo gli scracchi della gente (però sto sempre molto attenta a dove sono diretti) e alla fisionomia locale. Mi guardo poco allo specchio, in fonso potrei pensare di essere anche io una di loro. Chissà che effetto faccio ai loro occhi, così sbiavida come sono.
Oggi mi sono vista in una foto e mi sono detta che per forza, con quella faccia lì, cercano tutti di fregarmi.
In ogni caso, adesso vi dico cosa ho visto ieri e cercherò di essere breve.
Ieri col mio autista p-e-r-s-o-n-a-l-e sono andata a visitare quattro posti:
Boudanath
E' stato il primo. Scesa dal taxi ho varcato l'arco che delimita l'area sacra dalla città. Pagato il biglietto, mostrato al controllore, messo tutto a posto, ho finalmente alzato gli occhi e ho visto due occhi più grandi dei miei che mi fissavano.
Eh si, la mia reazione alla prima "stupa" è stata molto forte.Non so perchè, ma mi ha preso una grande emozione. Non credo in motivi religiosi o spirituali, probabilmente è merito dell'immediatezza del linguaggio artistico. La stupa è un insieme di simboli, ma è anche arte.
Comunque ho fatto fatica a soffocare l'emozione che più volte si è ripresentata.
La stupa, non lo sapevo, dentro non è visitabile. In questo caso si può solo salire su un piano intermedio oppure aggirarsi nel cortiletto interno, dove i fedeli possono far girare i cilindri con impressi i mantra, lasciare fiori e pregare.
Sul terrazzone mi ha avvicinata una monaca e abbiamo scambiato due chiacchiere, ma il suo inglese era forse peggiore del mio. In ogni caso, molto sorridente e disponibile, ha anche accettato di fare una foto con la spilla dell'associazione di volontariato di Bari e in cambio del mio dono (ma non era un dono! volevo solo farle la foto!!) mi ha regalato una collanina con non so quale santo buddista.
Intorno alla stupa le solite bancarelle a cui resto attaccata come gli insetti alla carta moschicida e diversi luoghi di culto sempre buddisti. In uno sono entrata seguendo gli altri turisti. Ero un po' imbarazzata perchè i monaci stavano mangiando, non mi sembrava gentile disturbarli, ma loro non sembravano infastiditi. Dietro di loro un paio di "visi pallidi" meditava. Ho fatto le solite foto e sono tornata alla macchina.
Pashupatinath
Più che un tempio, una vera e propria cittadella induista sorta sulle sponde di un fiume sacro.
Si vede che nella prima sosta mi ero soffermata un po' troppo perchè l'autista ha provato ad impormi un limite di tempo di mezz'ora. Seh, a parte che gli ho ricordato i patti con il suo boss, poi il sito era davvero grande, in mezz'ora non avrei visto nulla.
Molto bello questo posto, anche se dopo l'emozione di Boudanath non mi aspettavo più nulla dalla giornata.
Essendo induista, anche qui il tempio vero e proprio non è visitabile dagli stranieri. Ho chiesto alla mia guida come fanno a sapere che non sia induista e lui mi ha risposto che ho colpa della mia pelle.
- e se andasse un italiano con i capelli e la pelle scura?
- sentirebbero che non sa la nostra lingua
Insomma questi induisti sono un bel po' esclusivi. Altro che proselitismo.
Eppure, in cambio di soldi c'era il bramino (?) che poteva mettermi il puntino di colore sula fronte o leggermi la mano. E un paio di bramini (?) seduti su un gradone addirittura mi hanno chiamata per farmi una foto con loro. Gratis? Non credo proprio.
Insomma, un po' il fastidio che ho provato al tempio della dea Kali.
Però non era tutto lì. C'erano i fuochi per le offerte di incenso e le preghiere, c'erano i funerali sulla sponda del fiume e c'erano lingam e yoni ovunque. Fertilità, mi ha detto la guida. E anche le scene erotiche sui supporti in legno di un tempietto rientravano smepre nello stesso quadro. Dietro, sul muro, scheletri danzanti e mostri vari.
Bakthapur
Bakthapur è patrimonio Unesco e in effetti è un bellissimo centro medievale, piccoletto ma ben conservato. E poi, alleluia, è un'isola pedonale quindi si può visitare con calma e senza dover lottare con le macchine.
Zeppa di templi e tempietti induisti, sono riuscita ad entrare in uno, non so come mai, forse mi sono dimenticata di non essere induista o forse era "sconsacrato" perchè c'erano dei lavori in corso. In effetti il volto della divinità era coperto.
Anche qui ho preso una guida visto che con la precedente mi ero trovata molto bene. Questa invece non sapeva per niente l'italiano e sputacchiava quando parlava, quindi alla fine gli chiedevo il meno possibile.
La pagoda più alta (e più in alto) di tutto il Nepal |
Tra i palazzi di Bakthapur c'è anche una famosa scuola di pittura tanka e ovviamente ho comprato qualcosa con il mio abozzo di contrattazione.
Per finire, ho fatto una foto ad una vecchina e lei dopo mi ha chiesto dei soldi. Questa cosa mi ha davvero disgustato, mi è sembrato esagerato. Poi mi dico che questa gente davvero vive nella miseria e io neanche so cosa vuole dire.
Patan
Patan è simile a Bakthapur, però si trova nel mezzo della città, in una zona trafficatissima. Anche se è isola pedonale, resta la sesazione della confusione. Ero molto stanca, quindi forse l'ho visitata con un po' di superficialità. Però mi ha sorpreso l'iniziativa comunale di mettere dei vasi di fiori vicino alle fontane chiedendo ai passanti di averne cura.
leggo con piacere i tuoi lunghi articoli ma davvero mi chiedo: come si fa a catalogare nella testa senza far confusione un flusso così quotidiano e notevole di nuovi luoghi e monumenti?
RispondiEliminaimpressionante: non stai mai ferma :-|
F.
eh, caro "misteriooooso" F., non lo so neanche io come faccia. Ma cerco di scrivere subito tutto proprio per non dimenticare alcuni dettagli...altri purtroppo sono destinati a volare via. Il guaio è che in quiesti giri non ho la mia memoria esterna umana, un giovane e promettente fotografo rosso di capelli, non so se lo conosci....
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